Come funzionano le difese immunitarie

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Le difese immunitarie ci proteggono dall'aggressione di agenti infettivi, come virus e batteri.

Le difese immunitarie ci proteggono dall'aggressione di agenti infettivi, come virus e batteri. Ci aiutano a riparare le ferite, a rimetterci dai traumi, a prevenire e contrastare i tumori. In pratica, tenendo sotto controllo e reagendo opportunamente ad attacchi esterni o a malfunzionamenti interni, le difese immunitarie costituiscono contemporaneamente il sistema di sorveglianza e il reparto operativo d'emergenza che, attraverso una serie complicatissima di processi biochimici e cellulari, permettono all'organismo di mantenersi integro e sano. Gli elementi in gioco nella risposta immunitaria sono tali e tanti che, nonostante decenni di ricerche approfondite, il suo esatto funzionamento resta ancora in gran parte ignoto. Tuttavia, le migliaia di informazioni acquisite nel tempo hanno permesso di fissare alcuni concetti fondamentali che possono essere sfruttati per proteggerci meglio nella vita di tutti i giorni.

Le basi dell'immunità
Innanzitutto, si sa che il sistema immunitario è dotato di due comparti difensivi, deputati a compiti ben precisi. Il primo è la cosiddetta immunità innata immunità aspecifica, che è presente fin dalla nascita e rappresenta lo scudo fondamentale contro alcune infezioni molto comuni. Questo tipo di immunità è inoltre responsabile della risposta infiammatoria che si sviluppa in seguito a ferite, a traumi acuti e cronici o alla presenza di specifiche malattie (ad es., l'artrosi). La protezione conferita dall'immunità innata si instaura rapidamente, rappresentando di fatto una sorta di sistema d'allarme che segnala l'avvenuta aggressione dell'organismo, ma è poco efficiente e non in grado di adattarsi ai cambiamenti costantemente attuati da virus e batteri per infettarci meglio. Quindi, in molti casi, questo tipo di immunità non è sufficiente per debellare gli intrusi. Fortunatamente, quando i microrganismi patogeni riescono ad aggirarla, entra in gioco la seconda linea difensiva, costituta dall'immunità adattativa o immunità specifica, molto più raffinata e in grado di riconoscere tutti i possibili agenti dannosi per l'organismo grazie a meccanismi estremamente complessi che coinvolgono diversi tipi e sottotipi di cellule del sistema immunitario (soprattutto i linfociti T e B e le plasmacellule derivate dai linfociti B dopo opportuna stimolazione), gli anticorpi (prodotti dai linfociti B), nonché un'articolata cascata di composti dalle svariate funzioni, chiamati citochine (che mediano segnali fra linfociti, fagociti e altre cellule del corpo). Rispetto alla risposta primaria, la risposta secondaria compare più velocemente ed è più efficace. L'immunità specifica si sviluppa soltanto dopo la nascita, principalmente nel primo anno di vita, continuando a potenziarsi e a diventare più efficace a mano a mano che si incontrano e si impara a contrastare i diversi agenti patogeni presenti nell'ambiente. Questa linea di difesa può essere potenziata anche in modo "artificiale" e controllato attraverso le vaccinazioni, che rafforzano l'immunità specifica (addestrando il sistema immunitario a riconoscere rapidamente virus e batteri, come se li avessero realmente incontrati, ma senza farci ammalare) o utilizzando immunostimolanti che stimolano in modo non specifico il sistema immunitario.

I fattori che possono influenzarla
L'efficienza delle difese immunitarie non è costante nel corso della vita, ma può andare incontro ad alti e bassi in relazione all'età, alle condizioni fisiche complessive (gravidanza, debilitazione, peso corporeo, ecc.), allo stato nutrizionale, allo stile di vita e al livello di stress psicofisico cui si è esposti.
Rispetto all'età, si può dire che il sistema immunitario, che nell'infanzia è ancora parzialmente inefficiente (per immaturità) e in via di costruzione, arriva a esprimere le sue massime potenzialità protettive dopo la pubertà, mantenendole poi per tutta l'età adulta. A partire dai 50-60 anni, tuttavia, la sua capacità difensiva inizia progressivamente a declinare (deficit immunitario fisiologico dovuto alla senescenza delle cellule immunocompetenti), lasciando gli anziani mediamente più esposti alle malattie e meno in grado di reagire all'attacco di microrganismi patogeni. Anche nel giovane sano, però, l'immunità può occasionalmente "non funzionare" se non si segue una dieta sana e varia, in grado di assicurare un apporto energetico sufficiente e tutti i micronutrienti essenziali per il buon funzionamento dell'organismo, come vitamine (in particolare quelle antiossidanti come la A, la C e la E e quelle del gruppo B) e sali minerali (soprattutto, lo zinco, caratterizzato da un'azione di potenziamento delle difese immunitarie). Altrettanto importante è poi garantire all'organismo un riposo adeguato, dormendo regolarmente almeno 7-8 ore per notte, ed evitare stress eccessivi di qualunque tipo (professionale, familiare, sociale, psicologico) notoriamente in grado di interferire con l'efficienza della risposta immune. Altri elementi che espongono a un maggior rischio di malattie sono il fumo (che riduce soprattutto le difese immunitarie locali di gola e bronchi, facilitando infezioni respiratorie da parte di virus e batteri), il consumo eccessivo di alcolici (che debilita l'organismo in generale) e uno stile di vita complessivamente "disordinato". L'attività fisica ha invece un impatto ambivalente a seconda di quanto e come viene praticata: se è eccessiva ed è svolta al freddo (ad es., in inverno all'aperto) può essere svantaggiosa e facilitare diversi malanni stagionali; se è moderata e regolare e praticata in un ambiente consono (piscina o palestra nella stagione fredda), al contrario, aumenta l'efficienza delle difese immunitarie, risultando protettiva. Un ulteriore fattore negativo è rappresentato dalle terapie antimicrobiche (ad es., antibiotici): preziosissime per contrastare infezioni specifiche, ma in grado di destabilizzare la microflora intestinale endogena. In questo caso, per evitare di debilitare ulteriormente l'organismo dopo una prima malattia e aiutarlo a recuperare può essere utile integrare l'alimentazione con preparati multivitaminici e/o assumere probiotici o simbiotici, ossia associazioni di probiotici e prebiotici (che stimolano la crescita e/o l'attività dei probiotici) le quali aiutano a riequilibrare la microflora. Alcuni specifici probiotici si sono anche dimostrati in grado di proteggere da gastroenteriti e altre infezioni frequenti nei bambini nei primi anni di vita. Per stimolare le difese naturali dell'organismo e aumentare la resistenza alle infezioni respiratorie, è possibile usare vaccini immunostimolanti, come i lisati batterici (sia nei bambini sia negli adulti).

Per finire, la gravidanza: di per sé non riduce le difese immunitarie della donna, ma rende necessaria un'attenzione particolare nell'evitare (e nel curare presto e bene) ogni possibile malattia infettiva perché l'eventuale febbre associata può disturbare il bambino che si sta sviluppando. Quindi, oltre alla prevenzione e ad accorgimenti pratici, come lavarsi spesso le mani ed evitare luoghi affollati durante la stagione influenzale, durante l'attesa è importante assumere antipiretici anche quando l'innalzamento di temperatura è modesto (37,8-38 °C) ed eventualmente interpellare il medico.