Come reagisce il sistema immunitario al Covid e quali sono i consigli per rafforzarlo

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Correlazione difese immunitarie e Covid: la variabilità individuale

Fin dai primi mesi del 2020, l’intero pianeta è stato colpito da un evento di portata globale che ha segnato significativamente la vita di tutti gli esseri umani: l’infezione da parte di un nuovo virus, denominato SARS-CoV-2, causa della malattia che prende il nome di “malattia associata a coronavirus” o più semplicemente COVID-19. Seppur virus con caratteristiche simili erano comparsi nella storia dell’umanità (ad esempio il virus della SARS e quello della MERS), prima di due anni fa SARS CoV-2 era sconosciuto all’uomo che, quindi, per la prima volta vi è entrato in contatto. Pertanto, un aspetto molto interessante ed ancora non completamente conosciuto è rappresentato dalla risposta che il nostro sistema immunitario ha quando incontra per la prima volta questo nuovo virus.

Difese immunitarie e COVID

La relazione tra difese immunitarie e COVID-19 è molto complessa e diversi meccanismi sono coinvolti. Dopo aver trascorso le prime ondate di COVID-19 che tanto ha influenzato le nostre vite con il cardine del distanziamento sociale, oggi, dopo oltre due anni dall’inizio della pandemia, si è ripreso lo svolgimento di tutte le attività sociali che negli scorsi anni erano state ristrette (si pensi al lavoro o alla didattica in presenza nonché alle attività ricreazionali). Èquindi comprensibile che ognuno di noi si chieda “Come posso proteggermi dall’infezione e come posso rafforzare le mie difese immunitarie nei confronti del virus?

Al fine di comprendere quali siano le strategie corrette da adottare e, ancora più importante, quali siano le false credenze ed i falsi suggerimenti che possono influenzarci negativamente, alcuni aspetti cardine meritano di essere sottolineati.

Variabilità individuale dell’infezione da COVID-19

La prima osservazione è che COVID-19 non è la stessa malattia per tutti gli individui. Infatti è esperienza comune che vi sono soggetti che restano completamente asintomatici durante l’infezione da SARS CoV-2 e soggetti che, al contrario, sviluppano una malattia grave con necessità di ricovero ospedaliero. Ciò era vero anche prima dell’avvento in commercio dei vaccini, ovvero quando nessuna persona aveva una protezione nei confronti del virus. Questa enorme variabilità è indicativa di quanto complessa possa essere la relazione tra risposta del sistema immunitario e COVID-19 e ci fa capire che esistono sicuramente dei fattori genetici che influenzano la risposta di ogni individuo a SARS-CoV2. Tali fattori genetici sono molto complessi ed ancora non completamente noti, ma ciò che emerge da studi recenti è che essi hanno un ruolo importante in quanto possono essere responsabili di una diversa attivazione del sistema immunitario in seguito ad infezione da SARS CoV-2 e quindi di una diversa gravità di malattia che un individuo può presentare (1).  Il nostro sistema immunitario, di per sé molto complesso, è costituito da due tipi di immunità, una cosiddetta innata che comprende barriere fisiche, chimiche e biologiche che intervengono come prima linea di difesa, ed una cosiddetta adattativa, che viene innescata dal contatto con uno specifico patogeno e prevede l’attivazione mirata dei linfociti T e B (questi ultimi sono le cellule che producono in ultima analisi gli anticorpi diretti contro SARS CoV2). Negli ultimi due anni, numerosi studi hanno stabilito che entrambi questi due sistemi giocano un ruolo cruciale nella protezione da COVID-19 (2). Tuttavia, ciò che cambia da un soggetto all’altro sono le diverse modalità con cui il sistema immunitario viene attivato. Pertanto vi sono dei soggetti che svilupperanno una forma lieve di COVID-19 e degli individui invece che potranno sviluppare delle forme gravi, potenzialmente fatali. La conoscenza dei meccanismi genetici coinvolti e della modalità di attivazione delle difese immunitarie nei confronti di SARS CoV-2 rappresenta da una parte una sfida, dall’altra una pietra miliare per lo sviluppo di strategie preventive e terapeutiche che il mondo scientifico sta studiando. Questa prima osservazione rende ragione della variabilità clinica di COVID-19 e della enorme complessità del rapporto SARS-CoV2 – sistema immunitario, che ricercatori da tutto il mondo stanno studiando.

Gravità di COVID: i meccanismi del sistema immunitario

La seconda osservazione riguarda la relazione tra sistema immunitario e gravità di COVID-19. A questo punto è essenziale una premessa. Comunemente si pensa che maggiore sia la risposta del sistema immunitario ad un agente patogeno minore sia la gravità della malattia da esso causato. Ciò che accade con COVID-19 è esattamente il contrario (3-4). In altre parole, la malattia grave COVID-19 è innescata da una risposta immunitaria “esagerata” al virus. COVID-19 è, infatti, una malattia caratterizzata da una prima fase detta virale, in cui prevale il danno mediato dal virus stesso, ed una seconda fase detta infiammatoria, in cui i sintomi sono determinati proprio da una eccessiva risposta immunitaria nei confronti di SARS CoV-2 la quale innesca dei meccanismi infiammatori in ultima analisi responsabili del danno polmonare che si osserva nei casi di polmonite grave da SARS-CoV2. Avendo chiaro questo aspetto, si può comprendere bene come le strategie terapeutiche siano diversificate per la prima e la seconda fase della malattia e che quindi la tempistica con cui esse vengono prescritte dal medico è di cruciale importanza. Durante la prima fase dell’infezione sono necessarie delle strategie terapeutiche che combattano il virus e pertanto hanno indicazione i farmaci antivirali. Si tratta di molecole specifiche (alcune disponibili anche per via orale e prescrivibili dal medico curante o da ambulatori specializzati) indicate in pazienti che hanno più di 65 anni di età oppure in coloro che soffrono di patologie di base. La finestra temporale in cui questi farmaci devono essere somministrati è abbastanza stretta (fino a 5 giorni dall’inizio dei sintomi) (5). Pertanto rivolgersi precocemente ad esperti professionisti (come il proprio medico curante) è importante per capire se si ha indicazione a tale trattamento. In questa fase evitare farmaci che deprimano il sistema immunitario (ad esempio il cortisone) è importante per evitare una progressione della malattia o rallentare l’eliminazione del virus. Altresì evitare sostanze che non abbiano dimostrato alcuna efficacia nel trattamento di COVID-19 (si pensi a vitamine o altri integratori), magari suggerite da personale non professionale e non medico, è importante poiché focalizzarsi sul loro utilizzo può ritardare invece l’accesso ai farmaci veramente efficaci nelle fasi precoci dell’infezione da SARS-CoV2.

Al contrario, nelle forme gravi in cui prevale la risposta immunitaria (parliamo quindi di soggetti che sviluppano una polmonite e che necessitano di ricovero ospedaliero) hanno indicazioni farmaci “immunosoppressori”, quali il cortisone o altre specifiche molecole che negli studi clinici hanno dimostrato un’efficacia nei pazienti con polmonite grave da SARS-CoV-2 e che sono adeguatamente prescritti da medici in ambito ospedaliero (6). Si comprende bene come affidarsi ad un professionista esperto sia di cruciale importanza in quanto il tipo di farmaci e la tempistica con cui questi vengono prescritti è diversificata a seconda del tipo di paziente, del momento dell’infezione e della gravità di COVID-19. Alla luce delle suddette osservazioni, chi si è avvicinato a questa lettura può comprendere che non vi sono integratori o vitamine di cui pure tanto si è discusso durante la pandemia, che possano essere curative o indicate nel trattamento o nella prevenzione di COVID-19. Al contrario, è importante sapere che oggi esiste la possibilità di ricevere precocemente dei farmaci antivirali efficaci la cui indicazione va concordata con il proprio medico curante o specialista di riferimento e che in base ai fattori di rischio del paziente possono essere prescritti anche se sono presenti sintomi lievi.

Come aiutare il sistema immunitario

Ma se ciò è valido nelle primissime fasi dell’infezione, come può un individuo prima di infettarsi aiutare il sistema immunitario? Quali sono i consigli che l’esperto può fornire per rafforzare il sistema immunitario? Esistono delle strategie per farlo? La risposta è sì. Il modo più efficace per essere preparati all’infezione da SARS CoV2 nelle sue diverse varianti è rappresentato dai vaccini, che stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi diretti contro il virus (7-8). La vaccinazione completa con tutte le dosi raccomandate rappresenta ad oggi la prevenzione più importante per avere una buona risposta al virus e la vera strategia che abbia dimostrato scientificamente di conferire una protezione nei confronti della malattia grave.

Inoltre per pazienti immunodepressi, ad esempio pazienti con malattia ematologica o trapiantati, che possono aver sviluppato una risposta immunitaria al vaccino subottimale, esiste la possibilità di ricevere una profilassi con anticorpi monoclonali. Accanto a ciò, la cura del proprio stato di salute e il controllo di altre patologie rappresenta anch’esso un aspetto da curare. Un aspetto cruciale è senza dubbio quello di diffidare da consigli circa “strategie” che non abbiano dimostrato un’efficacia clinica in studi scientifici. Da qui il valore di affidarsi alla rete territoriale/ospedaliera di professionisti che sappiano indirizzare verso una corretta, appropriata e tempestiva gestione dell’infezione da SARS CoV-2.

Ancora una volta COVID-19 ci fornisce un insegnamento: la cura di sé passa per la gestione professionale e la fiducia nel tanto complesso quanto affidabile metodo della ricerca scientifica.

Fonti

  • Onoja A, Picchiotti N, Fallerini C, Baldassarri M, Fava F; GEN-COVID Multicenter Study, Colombo F, Chiaromonte F, Renieri A, Furini S, Raimondi F. An explainable model of host genetic interactions linked to COVID-19 severity. Commun Biol. 2022;5:1133.

     

    Li Q, Wang Y, Sun Q, et al. Immune response in COVID-19: what is next? Cell Death Differ. 2022;29:1107-1122.

     

    Cevik M, Kuppalli K, Kindrachuk J, Peiris M. Virology, transmission, and pathogenesis of SARS-CoV-2 BMJ 2020; 371 :m3862

     

    Shi Y, Wang Y, Shao C, et al. COVID-19 infection: the perspectives on immune responses. Cell Death Differ. 2020;27:1451-1454.

     

    Uso degli antivirali per COVID-19. Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

     

    https://www.aifa.gov.it/uso-degli-antivirali-orali-per-covid-19 6

     

    Stebbing J, Sánchez Nievas G, Falcone M, et al. JAK inhibition reduces SARS-CoV-2 liver infectivity and modulates inflammatory responses to reduce morbidity and mortality. Sci Adv. 2021;7:eabe4724.

     

    Drugs and Lactation Database (LactMed) [Internet]. Bethesda (MD): National Library of Medicine (US); 2006–. COVID-19 Vaccines. 2022 Sep 19

     

    Andrews N, Stowe J, Kirsebom F, et al. Covid-19 Vaccine Effectiveness against the Omicron (B.1.1.529) Variant. N Engl J Med. 2022;386:1532-1546