Perché gli individui allergici sono più vulnerabili alle infezioni

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Tra le prerogative degli individui allergici, a partire dai bambini, viene spesso evidenziata una maggiore vulnerabilità nei confronti delle infezioni virali, con particolare riferimento a quelle respiratorie.

Per comprendere questo aspetto è importante innanzitutto spiegare cosa comporta la condizione allergica. L’allergia si può definire una risposta esagerata dell’organismo a sostanze, denominate allergeni, che nella maggior parte degli individui sono, al contrario, innocue e perciò, come si suol dire, tollerate. Perché si manifesti la reazione allergica, l’individuo deve essersi sensibilizzato verso un particolare allergene: la sensibilizzazione si realizza la prima volta che si viene a contatto con l’allergene. In questa occasione l’incontro dell’allergene con il sistema immunitario innesca una serie di fenomeni ben conosciuti che portano in definitiva alla formazione di immunoglobuline E (o IgE), ossia anticorpi in grado di riconoscere quello specifico allergene. A differenza degli altri anticorpi le IgE si legano alla superficie di cellule particolari, i mastociti e i basofili, e lì possono restare senza causare reazioni particolari anche per lungo tempo. Quando, però, l’individuo sensibilizzato viene in contatto nuovamente con lo stesso allergene si scatena un complesso insieme di reazioni che sono alla base delle manifestazioni allergiche delle vie respiratorie (rinite allergica e asma), dell’apparto digerente (allergie alimentari) e della pelle (orticaria, dermatite da contatto).

Due principali meccanismi

Alla luce di quanto premesso, si può facilmente intuire che la fenomenologia allergica è alquanto complessa e comporta un’alterazione del normale funzionamento del sistema immunitario, sia perché la risposta protettiva dell’organismo viene dirottata a bersagli che normalmente non sarebbero rappresentativi di effettivi “nemici” per l’organismo, sia perché si genera quello che potremmo definire uno spreco inutile di energie, che vengono sottratte ai processi difensivi fisiologici. Ecco quindi che una prima ragione alla base della maggiore suscettibilità alle infezioni degli individui allergici risiede nella stessa disregolazione del sistema immunitario, tanto reattivo verso sostanze inerti quanto vulnerabile nei confronti di agenti microbici. Questa disorganizzazione, tra l’altro, non riguarda soltanto la produzione di anticorpi diretti contro i singoli patogeni, ma anche l’immunità innata, che comprende quei meccanismi di risposta aspecifica già presenti alla nascita. Un secondo aspetto, che la ricerca scientifica ha portato all’attenzione, è che nelle mucose respiratorie dei soggetti allergici si rileva una maggiore presenza di particolari sostanze che fungono da recettore per alcuni virus, come per esempio i rhinovirus (responsabili del raffreddore), oppure ne facilitano l’ingresso, il che spiegherebbe perché in questi individui certe infezioni hanno tendenzialmente un impatto maggiore (in termini per esempio, di frequenza, sintomi e/o durata).

Ci sono dei rimedi?

 L’interrogativo che a questo punto sorge spontaneo è se ci sia qualche soluzione per proteggere gli individui allergici. Posto che ogni caso è diverso dall’altro, una premessa importante è naturalmente tenere sotto controllo le eventuali manifestazioni allergiche. Un secondo aspetto da non trascurare è il rispetto delle norme igieniche, che la pandemia ha bene insegnato. Varie linee di ricerca, poi, si stanno occupando di come tenere in buona efficienza il sistema immunitario attraverso opportune strategie di integrazione, per esempio con il ricorso sistematico a probiotici e vitamina D.

Bibliografia    

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