Dolore da frattura: le caratteristiche e come ridurlo

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Come capire se c’è una frattura ossea e cosa fare per alleviare il dolore durante la guarigione

Un incidente, una brusca caduta o un urto - per esempio durante l’attività sportiva - possono provocare una frattura ossea. Nonostante il nostro apparato muscolo-scheletrico sia estremamente resistente, un forte trauma può creare delle lesioni. Il dolore provocato da una frattura ha alcune caratteristiche: come riconoscere un osso rotto e come ridurre il dolore?

L’importanza dell’apparato muscolo-scheletrico

Ossa, muscoli e strutture articolari come i legamenti concorrono a formare il nostro apparato muscolo-scheletrico. Le funzioni di questa struttura sono molteplici:

  • sostiene il corpo in posizione eretta
  • consente il movimento
  • protegge gli organi interni come cervello, cuore e polmoni

Le ossa, inoltre (in particolare il midollo che contengono) contribuiscono alla produzione di globuli rossi, di quelli bianchi e delle piastrine.

Si tratta di un sistema molto resistente, ma è altrettanto vero che un trauma o un uso intenso e smodato dell’articolazione possono causare la rottura delle ossa.

Cause delle fratture

Un osso si rompe quando viene superata la sua capacità di resistenza: l’osso può rompersi nel punto in cui è stata applicata la forza (frattura diretta), ma può capitare che si rompano ossa lontane dalla sede del trauma (frattura indiretta). Le cause più comuni di lesioni ossee sono gli incidenti automobilistici, le cadute accidentali o i colpi diretti da parte di qualcuno o qualcosa. Anche lo stress ripetuto può causare l’insorgenza di lesioni ossee, come nel caso delle persone che lavorano in luoghi pericolosi o che praticano sport ad alto impatto fisico: in questo caso si parla più precisamente di fratture da stress. Inoltre, le malattie ossee degenerative come l'osteoporosi possono indebolire le ossa e renderle più suscettibili alle lesioni.

Osteoporosi, una particolare fragilità

L’osteoporosi è una malattia delle ossa caratterizzata dalla perdita di densità minerale, con conseguente fragilità della struttura. Aumenta quindi il rischio di fratture, che possono verificarsi anche con movimenti apparentemente innocui, come uno starnuto o un colpo di tosse. Le ossa che si rompono con più frequenza nelle persone con osteoporosi sono quelle delle vertebre, il femore, il polso, l’omero, le coste. In Italia ne soffre circa il 10% della popolazione, con una grande prevalenza (oltre l’80%) nelle donne in menopausa.

Dolore da frattura: come si riconosce?

Il dolore da frattura è una sofferenza acuta e insistente che si manifesta all'improvviso in seguito a un trauma. Si tratta di un sintomo molto comune e diffuso, che può manifestarsi anche a distanza di ore o giorni dalla rottura dell’osso, anche se non è escluso che una frattura non provochi alcun dolore: può capitare, per esempio, nelle fratture delle vertebre. L’intensità del dolore, infatti, può variare dalla tipologia di frattura e dalla sua localizzazione. In generale, alcuni segni e sintomi possono accompagnare il dolore da frattura e possono aiutarci a sospettare una lesione:

  • difficoltà a muovere la parte colpita, per esempio un braccio
  • fatica a sostenere il carico, come sul ginocchio o sulla caviglia
  • gonfiore
  • calore della cute
  • cute livida
  • deformazione della parte interessata

Quanto dura il dolore da frattura?

Nell’immediato il dolore causato da una frattura è di tipo acuto, intenso. In questa fase, i sanitari che prendono in cura la persona con frattura, provvederanno a immobilizzare l’arto per proteggerlo: il paziente passerà infatti le successive settimane con una stecca o un gesso. In altri casi più particolari,potrebbe rendersi necessario un intervento chirurgico.

L’osso può impiegare anche diverse settimane a guarire, in certi casi persino mesi: è un processo di riparazione complesso, che inizia già qualche giorno dopo dal trauma, ma che ha bisogno del suo tempo per compiersi efficacemente. In questa fase si può soffrire di dolore sub-acuto, dovuto anche all’immobilità: può perdurare per l’intero periodo necessario alla guarigione.

Non è escluso che il dolore post frattura si tramuti in un dolore cronico, che può accompagnare il paziente per mesi o addirittura anni: questa eventualità è piuttosto comune nella frattura della caviglia, della tibia e del ginocchio. Ciò probabilmente ha origine da una risposta anomala dell’organismo al danneggiamento dei tessuti.

Cosa prendere per il dolore da frattura?

Gli studi confermano l’efficacia del paracetamolo nella riduzione del dolore da frattura postoperatorio, anche a confronto con la combinazione di paracetamolo e un oppioide. Questo fattore è da tenersi in considerazione specialmente per quei pazienti in cui è controindicata la somministrazione di antinfiammatori e farmaci oppiacei, anche per gli effetti collaterali quali rispettivamente il rischio di sanguinamento e di nausea, vomito e costipazione.

Anche nelle fratture da osteoporosi (in particolare alle vertebre), i farmaci di prima scelta per chi accusa un dolore lieve sono il paracetamolo e alcuni antinfiammatori.

Cosa fare dopo una frattura?

Per alleviare il dolore post frattura e facilitare la guarigione, la zona che ha subito la lesione deve essere tenuta a riposo e, quando possibile, sollevata. Non bisogna caricare su un arto fratturato, ma farsi aiutare, se sono state prescritte, dalle stampelle. Il ghiaccio applicato nelle prime 48 ore dopo il trauma contribuisce a ridurre il gonfiore. Una volta in fase di guarigione più avanzata, si può rendere necessaria una riabilitazione.

Fonti