Qual è la differenza fra malattie virali e batteriche?

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Quando un bambino si ammala, saper riconoscere l’agente patogeno che ha determinato il malessere è importante ai fini della cura. Prendiamo allora piena consapevolezza di quali sono le grandi differenze tra virus e batteri, in modo da comprendere il criterio con cui il pediatra prescrive tutte le cure del caso.

La differenza tra virus e batteri è che i secondi sono esseri viventi unicellulari, dotati di un metabolismo autonomo, mentre i primi sono microrganismi che entrano in relazione con noi solo perché hanno bisogno di una cellula ospite per la replicazione. I batteri sono suscettibili all’azione degli antibiotici, mentre i virus no.

Non appena si presenta un rialzo febbrile, subito dopo avere finito la visita, la grande attesa del genitore nei confronti del pediatra è legata a un dubbio: prescriverà l’antibiotico? In caso affermativo, l’immediata domanda successiva sarà: ma era proprio così necessario? In caso contrario, invece, il dubbio è sempre lo stesso: ma non sarebbe stato il caso di darglielo? In generale possiamo dire che il sentimento delle mamme e dei papà nei confronti di questo tipo di cure è ambivalente: c’è chi pensa che in questo modo il problema si risolverà più rapidamente e chi ritiene, invece, che affidarsi alle capacità del sistema immunitario, anche se magari è una strada più lunga, sia senz’altro quella preferibile. In realtà ogni discorso dovrebbe essere affrontato a partire dall’agente responsabile della malattia, cioè avere la consapevolezza del fatto che l’infezione alla base della febbre e degli altri sintomi sia di tipo virale o batterico.

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L’infezione virale

L’infezione virale è causata ovviamente da virus. I virus sono strutture biologiche antichissime, le più antiche che si siano mai affacciate sul pianeta. Hanno dimensioni estremamente piccoli e, a causa di alcune loro caratteristiche, la comunità scientifica non è nemmeno concorde sul fatto di poterli considerare degli esseri viventi a pieno titolo. Infatti, ad esempio, il ciclo biologico di un virus si limita alla colonizzazione di una cellula ospite e alla propria riproduzione; non esegue alcuna sintesi di proteine, non possiede strutture interne deputate alla conversione di cibo in energia e, insomma, non compie alcuna delle funzioni che possiamo attribuire normalmente a un essere vivente. I virus sono contraddistinti da una grande instabilità genetica: mano a mano che si trasmettono da un vivente all’altro possono mutare con rapidità. Queste trasformazioni fanno sì che, nel tempo, sviluppino la capacità di eludere il sistema immunitario e, quindi, causare nuovamente la malattia.

La malattia da virus

I virus generano malattie perché, avendo bisogno delle cellule per la loro moltiplicazione, inducono all’interno della cellula ospite alcune modificazioni che possono portare a un danno. Spesso si dice che per i virus non ci siano cure: è più corretto affermare che non vale sempre la pena curare le malattie virali con farmaci specifici perché un sistema immunitario sano è in grado di debellare quasi sempre un’infezione virale in maniera autonoma. Va anche detto che non è sempre semplice eliminare un virus dopo che ha cominciato a colonizzare le cellule del corpo. Solo per alcuni virus (come quelli delle epatiti, alcuni herpes virus, quello dell’HIV) si è riusciti a mettere a punto medicine in grado di agire su alcuni dei meccanismi di replicazione. Inoltre, l’alta instabilità genetica di questi microrganismi può portare in tempi rapidi alla creazione di ceppi virali resistenti.

I batteri

I batteri sono esseri viventi a pieno titolo: si tratta di organismi unicellulari, di più grandi dimensioni (sono visibili al microscopio ottico) che, per sopravvivere, hanno bisogno di nutrimento e compiono operazioni metaboliche. La parola batterio, negli ultimi anni, è diventata meno minacciosa poiché abbiamo scoperto che uomini e batteri possono essere anche buoni alleati. Basti pensare alle tante funzioni positive della flora batterica cutanea, intestinale, delle parti intime, eccetera. I batteri nocivi, definiti patogeni, sono invece in grado di generare infezioni: in genere queste sono localizzate (pensiamo alle ferite infette, ma anche all’otite batterica) e solo nei casi gravi danno infezioni sistemiche.

Una differenza tra malattie virali e batteriche è quella relativa all’esordio delle manifestazioni cliniche: l’infezione virale in genere porta a un'impennata febbrile repentina e con temperature molto alte, il cui momento acuto dura in genere due o tre giorni e poi i sintomi tendono a scemare. Viceversa le forme batteriche emergono in maniera più progressiva ma si caratterizzano per la persistenza, se non per il peggioramento dei sintomi.

La malattia batterica

Anche per le malattie batteriche, così come per quelle virali, il sistema immunitario si attiva ed è spesso in grado di contrastare l’attività patogena. Tuttavia le infezioni batteriche sono più persistenti di quelle virali e anche più difficili da debellare. È per questo motivo che, dopo un eventuale periodo di osservazione che varia a seconda della malattia, se non c’è stato un miglioramento spontaneo il medico potrà ricorrere alla prescrizione degli antibiotici. Gli antibiotici sono efficaci solo contro i batteri e non contro i virus perché i loro meccanismi d’azione sono specifici per interagire con i primi.

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La differenza diagnostica

Queste diversità portano inevitabilmente a malattie differenti. Ci sono quelle spiccatamente virali (come la varicella, l’influenza, le epatiti, i raffreddori eccetera) e quelle evidentemente batteriche (le otiti suppurative, la tonsillite) che già a una prima occhiata consentono al curante di valutare il giusto approccio terapeutico. Più incerte sono invece le gestioni delle infezioni delle basse vie respiratorie e quelle intestinali che, pur nascendo la maggior parte delle volte come virali, possono poi “complicarsi” in forme batteriche perché i tessuti diventano più suscettibili ad altre infezioni, definite opportunistiche.

L’esordio virale è più violento

Un’altra differenza è quella relativa all’esordio delle manifestazioni cliniche: ad esempio, l’infezione virale in genere porta a una impennata febbrile repentina e con temperature molto alte. Il momento acuto dura in genere due o tre giorni e poi i sintomi tendono a scemare. Viceversa le forme batteriche emergono in maniera più progressiva, ma si caratterizzano per la persistenza, se non per il peggioramento dei sintomi. Sono, anche queste, informazioni importanti da riferire al pediatra curante, che potrà essere aiutato nella diagnosi, nel caso i sintomi fossero di incerta attribuzione.

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